mercoledì 29 aprile 2015

"Il tram" di Claude Simon per Nonostante Edizioni

La casa editrice Nonostante Edizioni ha inaugurato il 2015 con due pubblicazioni importanti, proseguendo nella costruzione di un catalogo davvero "ragionato". Questa la notizia, o quantomeno una notizia per chi cerca curiosamente fra le novità librarie. E non è poco. Assieme a Testi segreti di Marguerite Duras è apparsa nelle librerie anche la traduzione di Le tramway di Claude Simon, ultimo libro pubblicato nel 2001, quattro anni prima della morte. Il tram (pp. 137, euro 17, traduzione di Stefania Ricciardi e postfazione di Patrick Longuet) segue nel catalogo della casa editrice triestina la traduzione di Bruno Fonzi de L'Herbe, altro testo simoniano. Oggi, sebbene proprio il revival dei francesi abbia dato qualche goccia di ossigeno alle librerie, non si trova granché di Simon e a ben pensare è strano imbattersi nel caso di un (tutto sommato) recente premio Nobel (1985) così poco presente nelle librerie italiane. I suoi titoli più famosi sono pressoché scomparsi. La sue curve sintattiche, la scrittura sovraccaricata, eccedente, la predilezione per l'accumulo, l'assenza di pause o ellissi di respirazione non hanno forse facilitato l'incontro e la frequentazione duratura di alcuni autori francesi da parte del pubblico dei lettori. (Il caso di Carrère invece pare aver riacceso l'amore transalpino e i recenti e assai ravvicinati Nobel a Le Clézio e a Modiano forse non sono nemmeno del tutto casuali.) Del resto, si sa, il romanzo in Francia è una cosa seria, forse anche più seriale che altrove, cementata commercialmente, anche qui più che altrove e non certo da oggi e si sa anche che lì più che altrove scrivere non è stato disgiunto da una riflessione estesa e profonda sul come raccontare, costi quel che costi.

Il récit lungo di queste pagine sfugge a una definizione di "romanzo", così come la potremmo dare col senso comune. Qui Simon fa scivolare dettagli di realtà e immaginazione, gli uni sopra gli altri e viceversa, in continuazione, saccheggiando a piene mani nella propria infanzia, in quel tram che da bambino prendeva alla scuola di Perpignan: siamo vicini al mare o in una casa di campagna o in una città che sta mutando velocemente il suo volto o in un campo da tennis. Siamo anche in ospedale. Troppo facile forse rinvenire nel tram una metafora di un viaggio breve e terminale e di un'esistenza che Simon ripercorre quasi in extremis, in uno smontaggio e rimontaggio della vita secondo un principio di separazioni, accostamenti, sovrimpressioni. Piuttosto è quest'infanzia a cui si rifà chiaramente Simon la grande protagonista, signora corteggiata da tutta una grande stagione della narrativa, segnatamente francese ma non solo; di qui riusciamo anche a collocare meglio l'esodo simoniano in quest'opera tarda. Certe manifestazioni del soggetto - insomma, quel che a livello narrativo poteva insistere su un solco ancora confessionale agostiniano-rousseauiano e che aveva iniziato a vacillare già sotto i colpi del Nouveau Roman - cadono, precipitano. In Francia, e proprio con riferimento all'infanzia, questo significò molte e diverse strade e ai lati di queste strade si incontrano alcune fra le opere più note di Nathalie Sarraute, Annie Ernaux o della Duras che la stessa casa editrice Nonostante sta riproponendo. E naturalmente s'incontra Simon e quest'ultima opera in particolar modo.

Scrivere in Francia non è come scrivere in altri paesi, questo ormai è chiaro. La riflessione teorica sulla fiction lì ha sfondato la pancia della scrittura più che altrove e certe opere oggi non esisterebbero nemmeno senza la presenza di sociologi influenti, a tutto campo, come Pierre Bourdieu. Il fatto è che ancora una volta non possiamo fare a meno del pensiero francese sul romanzo per ritracciarne un significato in queste ore e ci serve quel pensiero più di certa filosofia espressa oltralpe nello scorso secolo. Ci serve per provare a rispondere a domande semplici e disarmanti sul come possiamo continuare a raccontare la vita, su come possiamo tenere separati e riunire i frammenti e i cocci di cui è fatta e con i quali ci tagliamo e soprattutto su come qualsiasi processo di mimesi sia governato, direi anche telecomandato, da una postura dinanzi al morire. Ed è così anche il tram stordente di Simon mentre lui trasogna dal suo letto d'ospedale, in un deliquio di percezioni che si sfanno e si radunano nel pensiero, per diventare scorie del ricordo, attrito fra personaggi depotenziati che però, quasi platonicamente, portano a compimento un'idea di sé. E il paradosso neanche tanto paradosso è che quell'idea di personaggio cacciato dalla scena nella narrativa francese del dopoguerra, a favore di un certo sguardo sulle cose, rientri sorprendentemente dalla porta sul retro o da un finestrino, ritorni insomma indietro, come un boomerang. Del resto non è mistero che i paradossi siano istruttivi.

4 commenti:

  1. libro non facile, ma alla fine direi che e' stato appagante

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  2. Come si può acquistare?
    La libreria dove acquisto mi ha comunicato che non è procura bile
    Grazie
    Roberto rovatti

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    1. Gentile Roberto Rovatti, grazie per la segnalazione.
      Per avere informazioni sull'acquisto dei nostri libri, la invito a indicarci il suo indirizzo mail o contattarci direttamente: info@nonostantedizioni.it o 040/7600596. Grazie.
      Un cordiale saluto.
      Giorgio Pilastro

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  3. Segnalo questa sua richiesta alla casa editrice Nonostante che immagino le risponderà al più presto. Un saluto cordiale.

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