Leggere una grande guerra #20
"Leggere
una grande guerra" intende essere il breve spazio in cui segnalo dei
libri sulla Prima guerra mondiale. Il quinquennio 2014-18 coincide con
un lungo periodo di celebrazioni, commemorazioni ed eventi a livello
internazionale. Segnalare semplicemente dei titoli di libri, brevi o
meno brevi, passati o attuali, reperibili o non reperibili, italiani o
stranieri, può essere un buon antidoto contro le fanfare e i tromboni
che stanno pericolosamente giungendo un po' da ogni parte. Le
segnalazioni saranno sintetiche, poco più di una scheda bibliografica.
(In coordinamento con World War I Bridges).
Ritorna finalmente a disposizione di chi voglia leggerlo uno dei testi più noti di Leo Spitzer, contributo fondamentale allo studio dell'italiano popolare nonché specula per addentrarsi nelle vite dei prigionieri della Prima guerra mondiale. Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 è infatti nuovamente proposto grazie alla progettualità di una casa editrice come Il Saggiatore (pp. 482, euro 30). La precedente edizione era di Bollati Boringhieri. Sembra quasi impossibile, eppure se si guarda al catalogo e alla lungimiranza de Il Saggiatore è ancora sensato parlare di progettualità in editoria. Del linguista e filologo la casa editrice ha in catalogo altri due titoli, Piccolo Puxi e La lingua italiana del dialogo. Questo corpus di missive analizzato dal filologo romanzo, capitato nella posizione privilegiata di censore per il ministero della Guerra austro-ungarico, riveste ovviamente un duplice interesse, storico e linguistico. Come dice già il titolo, è la visuale del prigioniero che emerge qui, non quella del combattente che in altre lettere potremmo aver conosciuto. Questo è un dato ulteriormente significativo. La cosiddetta cultura popolare e quella lingua che si è palesata in essa - per la prima volta in modo così massiccio - trova qui un primo tentativo di sistemazione e studio approfondito. La nuova edizione de Il Saggiatore può interessare anche chi possiede la vecchia, perché le lettere sono qui completate coi nomi dei combattenti e presentano svariate correzioni. Uno studio linguistico capitale della prigionia dei campi, un quarto di secolo prima di un'altra serie impressionante di scritti sorti da altri campi di prigionia.
Nessun commento:
Posta un commento