In occasione di solstizi o equinozi, quindi al massimo quattro volte l'anno, riprendo qui un testo dagli archivi. Specifico solo il caso dei testi editi. Le immagini che accompagnano questi post sono tagli e rotazioni (di 90°, 180° o 270°) dalle tavole.
A questo serve alito.
Dirci di noi ci separiamo
e mangiare poi, lontani ormai
dallo zero delle gocce
e dal frenare del torrente,
a seguirci un odore salato di fonderia
che scende per valle. Sbianca
neve nella lastra e la pietra
è freddo di sonni sotto pelle.
A discendere gli Spalti di Toro
sono corde vocali lingua orizzonte
per parlare di più di quando
nemmeno saremo nati però
vivi di un tempo cascato,
che è quello del Cadore
un pomeriggio un sabato:
campetti di pallacanestro e calcetto
deserti e palestre chiuse,
la stazione dove treni non passano
e lo stesso rimanda
il divieto di oltrepassare i binari.
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