venerdì 13 ottobre 2017

"Glitchine" di Luca Rizzatello, capitolo 1. Tutte le torture


Glitchine è la copertina vincitrice del contest VIVERE SENZA POESIA - FASE 2: UN LIBRO SI AGGIUDICA DALLA COPERTINA, organizzato da Luca Rizzatello nel luglio scorso:


Dopo 103 copertine, è tempo di scrivere almeno un libro. Ma quale? Ho pensato di aprire le votazioni, e di scrivere il libro che riceverà più voti. Direi di fare così: se vuoi, scrivi nei commenti qui sotto il titolo della copertina che preferisci, e tra una settimana (quindi mercoledì 26 luglio 2017) si vedranno i risultati. In caso di risultati a pari merito, si andrà al ballottaggio. Il libro verrà pubblicato a puntate su Librobreve. 


Promessa mantenuta, e questo è il primo capitolo. 



Glitchine

Capitolo 1. Tutte le torture

Il mio primo ricordo, certamente confezionato, mi vede vestito da Pierrot, solitario su una panchina nel giardino della scuola materna. Sul prato i coriandoli e suor Lisetta, fuori fuoco. Invece le stelle filanti spray approdarono a Costa di Rovigo svariati anni dopo, concedendoci l’euforia che ci sovviene quando si scopre qualcosa che garantisce dei vantaggi senza sacrifici in cambio: fottere il tribunale del Super Io, e fottere pure lo scendere e 'l salir per l'altrui scale, una volta per tutte. Ebbene, da allora soltanto due cose sono state in grado di rinnovare in me questa condizione: lo Sfornatutto De Longhi, che si pulisce da solo, e la bicicletta elettrica. La poltroncina montascale, pur avendo, ahinoi, le carte in regola – in regola al punto di blastare quel Paradiso XVII, 60 –, esce sconfitta sul filo di lana, costretta a pagare pegno coi gettoni della vecchiaia, o della disabilità, o di entrambe.
Alla scuola materna i mattini erano dedicati al punteruolo, con lo scopo di trarre dai cartoncini colorati dei soggetti a tema stagionale: in primavera la rondine, in estate il cocomero, in autunno la castagna, in inverno Gesù Bambino; zero compagni di classe guerci alle elementari, ecco l’evidenza del miracolo. Il primo pomeriggio invece trascorreva sulle brandine, cadenzato dai tonfi di mele sbucciate nel secchio per la merenda. Nessun corso di inglese, nessuna attività riconducibile all’universo polimorfo della baby dance, hanno mai turbato la nostra infanzia; di converso, sono piuttosto certo che i corsi di capoeira o di parkour durante l’occupazione scolastica, derivino da una mancata elaborazione del trauma della baby dance.
Per restare a casa con E.T., Elliott finge di avere la febbre riscaldando il termometro con la lampada; sua madre, che i figli chiamano variamente mamma o Mary, gli crede. Dodici ore prima Elliott aveva detto a Mamma Mary di aver visto E.T., ma MM non gli aveva creduto. Ventiquattro ore dopo MM per fare addormentare Gertie le leggerà un passo di Peter e Wendy, quello in cui Peter ci chiede se crediamo alle fate, così che Campanellino possa tornare in vita. Sul finire degli anni ’90 avrei scoperto, a distanza di qualche giorno, che Gertie era stata interpretata da Drew Barrymore, e che Jamie Lawson non era stato interpretato da Billy Corgan.
La ponderazione di costi e benefici di un handicap, perfezionata per secoli nelle sale d’attesa dei medici di base, si muove nell’intervallo che separa la pigrizia dall’invalidità di guerra. Così, se da più di sei mesi hai disturbi della memoria e della concentrazione, faringite, dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse e cefalea, allora potresti soffrire di Sindrome da stanchezza cronica; la definizione risale al 1994, ma siccome in molti la considerano ancora un disturbo piscologico, diciamo pure una fisima, è stata rinominata Malattia da intolleranza sistemica allo sforzo.
Talvolta alla scuola materna la vita vera squarciava il crystal ball di un’infanzia paradisiaca portandoci delle epifanie, ben presto percepite come routinarie; ecco le isole di segatura per assorbire i vomiti, il sodale sdraiato sul pavimento per fermare il sangue dal naso, la pastiglia di fluoro, il gatto con il topo in bocca, le polpette occultate nelle tasche del grembiule.
Secondo la comunità scientifica del Regno Unito, lo squirting consiste in una emissione di urina, e dal momento che l’Obscene Publications Act vieta l’urofilia, diventa complicato girare scene in cui sia contemplata questa pratica.
Se avessi cominciato il libro con questa foto


avrei potuto affermare senza tema di smentita che il mio primo ricordo mi vede vestito da Zorro, a incrociare la spada con il Principe Nicola Cavallaro, insieme al quale svariati anni dopo avrei fondato Prufrock spa, e giù di risvolti allegorici. Ma non lo ricordo.

[continua - qui il sito di VIVERE SENZA POESIA]

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