martedì 17 ottobre 2017

"L'invenzione dell'autore. Privilegi di stampa nella Venezia del Rinascimento" a cura di Sabrina Minuzzi (l'autore è mobile)

Lo statuto di autore o, se preferite usare un'espressione sociologizzante, il costrutto sociale dell'autore non è una questione così scontata e nemmeno si può affermare che sia data una volta per tutte. Nell'ambito librario oggi siamo abituati al suo essere fattore trainante dell'intero sistema e spesso un libro è costruito proprio attorno all'autore, per quanto all'editore interessi sempre un'opera. Non va dimenticato però che sono quasi sempre tre gli elementi testuali che costituiscono la copertina di un libro: oltre all'autore (e eventuali nomi di coautori, curatori e traduttori) ci sono infatti anche il titolo (con eventuale sottotitolo) e il nome dell'editore, con il suo percepito di "marca editoriale". La triangolazione di questi tre elementi costituisce sempre una soglia fondamentale (la prima soglia!) di qualsiasi progetto di libro, naturalmente assieme al lato grafico della faccenda. Ma se le considerazioni sull'editore rimandano alla storia della stampa, dell'editoria, dei cataloghi e delle collane, se quelle sui titoli sono un interessante incrocio di fattori plurimi che vanno dalla creatività vera al calcolo del marketing tout court (compreso quello finalizzato alla SEO - Search Engine Optimization) tutto ciò che riguarda lo statuto dell'autore è un aspetto che rimane mobile e interessante da analizzare, primariamente nel suo sviluppo storico. Etimologicamente autore è colui che accresce, aumenta, fa prosperare (sé stesso e l'editore, verrebbe da dire). Ma naturalmente non è sempre così. Il concetto di autore va di pari passo con gli sviluppi della proprietà intellettuale e sappiamo tutti quanto questi temi siano caldi e attuali e non solo a causa della rete e dei suoi nodi. L'interessantissima campionatura che ci consegna Sabrina Minuzzi col titolo L'invenzione dell'autore. Privilegi di stampa nella Venezia del Rinascimento (Marsilio, pp. 112, euro 12) costituisce una lettura essenziale per affacciarsi su due versanti: da un lato avremo lo specifico corpo di testi analizzato dall'autrice, vale a dire una serie di suppliche orgogliose con le quali una serie di autori dei più vari settori chiedeva di proteggere le opere che consegnavano alla stampa. Dall'altro versante vedremo scaturire, quasi di riflesso e indirettamente, tutta una serie di possibili considerazioni sullo statuto di autore oggi, nel suo divenire negli ambiti intellettuali più disparati, compresi quelli che vanno a incrociare le moderne trattazioni su fiction, non fiction, autofiction ecc.

Restiamo all'oggetto di questa ricerca curata da Sabrina Minuzzi, la quale da anni si occupa di storia del libro e storia della produzione, circolazione e fruizione del libro medicoscientifico nell'ambito specialistico della storia sociale della medicina (per l'editore Unicopli trovate Sul filo dei segreti. Farmacopea, libri e pratiche terapeutiche a Venezia in età moderna). Spesso si crede che l'atto formale di nascita del diritto d'autore sia il "Copyright Act" londinese del 1710. Naturalmente le date e gli atti fondanti sono comodi, ma le idee, comprese quelle giuridiche, sono molte volte nell'aria già da tempo quando trovano un vero riconoscimento databile che ne sancisce l'albore. Così non è errato dire che, in ambito letterario, sia stato Petrarca a contribuire a scolpire il costrutto di autore così come ci è venuto incontro in età moderna (e pensiamo a fenomeni noti come il petrarchismo). Nella Venezia presa in esame da Sabrina Minuzzi l'autore non è ancora un dato così scontato e consolidato. Ci sono i tipografi e sappiamo tutti la centralità della brulicante città lagunare quando si parla di stampa e tipografia. Quella Venezia seppe riconoscere progressivamente determinati privilegi di stampa a chi ne faceva richiesta, fertilizzando il terreno per un graduale riconoscimento alla figura di autore (di qui anche il titolo dello studio che parla addirittura di "invenzione"). Ma non siamo solo di fronte a letterati e artisti, anzi, tutt'altro, e "si ha la netta impressione che l'autorialità si manifesti e prenda forza non solo e non tanto attraverso i creatori di capolavori letterari e di fantasia, quanto attraverso le opere connesse all'universo delle professioni e dei mestieri, che sono anche la maggioranza".  Molto più interessanti sono i casi di matematici, musici, agrimensori, maestri calligrafi, medici che trafficavano con le erbe o ragionieri. Il riconoscere a questi soggetti dei privilegi nella stampa delle loro opere di ingegno fece sì che la moderna concezione di autore si formasse e rafforzasse. Tutto ciò rappresenta un altro determinante tassello della costruzione dello statuto e del diritto d'autore, un tassello che merita la giusta attenzione che il libro di Sabrina Minuzzi finalmente riserva. Quanto descritto nel libro accadeva in un contesto che, analizzato da un punto di vista primariamente sociale ed economico, si apriva in modo straordinario e inedito all'invenzione all'incentivazione della "novità" e "utilità". Per forza di cose in questo scenario la stampa gioca un ruolo preminente. Scrive Minuzzi alla fine della nota introduttiva:
Fu così che a Venezia prima che altrove si creò il clima più favorevole alla nascita dell'autore, il quale prese corpo e si affermò grazie alle proprie invenzioni, materiali e immateriali. Nel Settecento vennero formalizzati la sua esistenza e i suoi diritti. Poi, con la rivoluzione romantica dell'io, l'autore somigliò sempre più a un'invenzione. Ma questa è un'altra storia. 
Il libro di Sabrina Minuzzi si inserisce nella collana "Albrizziana" dell'editore Marsilio, una serie di pubblicazioni che consta ormai di diversi titoli. Tutti questi costituiscono un bel passaggio per ragionare con più cognizioni attorno a temi di editoria, stampa e autorialità (si prenda ad esempio il volume di prefazioni e dediche di Aldo Manuzio La voce dell'editore). I titoli di "Albrizziana" si possono scorrere a questo link. Messi tutti in fila creano un riverbero profondo con le tante discussioni che riguardano la triangolazione di cui parlavamo sopra, quella ancora così centrale tra autore-titolo-editore. Naturalmente su questo panorama si affacciano nuovi percorsi, come quello del self-publishing. Ma anche questa è un'altra storia, anche se potrebbe essere inquadrata come un'evoluzione delle storie di cui abbiamo sin qui parlato. Se Amazon continuerà la crescita di cui è protagonista, probabilmente ne sentiremo sempre più parlare. E, anche qui, lo sfondo su cui si installa un possibile ragionamento è ancora una volta e prima di tutto economico e sociale.

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