Restiamo all'oggetto di questa ricerca curata da Sabrina Minuzzi, la quale da anni si occupa di storia del libro e storia della produzione, circolazione e fruizione del libro medicoscientifico nell'ambito specialistico della storia sociale della medicina (per l'editore Unicopli trovate Sul filo dei segreti. Farmacopea, libri e pratiche terapeutiche a Venezia in età moderna). Spesso si crede che l'atto formale di nascita del diritto d'autore sia il "Copyright Act" londinese del 1710. Naturalmente le date e gli atti fondanti sono comodi, ma le idee, comprese quelle giuridiche, sono molte volte nell'aria già da tempo quando trovano un vero riconoscimento databile che ne sancisce l'albore. Così non è errato dire che, in ambito letterario, sia stato Petrarca a contribuire a scolpire il costrutto di autore così come ci è venuto incontro in età moderna (e pensiamo a fenomeni noti come il petrarchismo). Nella Venezia presa in esame da Sabrina Minuzzi l'autore non è ancora un dato così scontato e consolidato. Ci sono i tipografi e sappiamo tutti la centralità della brulicante città lagunare quando si parla di stampa e tipografia. Quella Venezia seppe riconoscere progressivamente determinati privilegi di stampa a chi ne faceva richiesta, fertilizzando il terreno per un graduale riconoscimento alla figura di autore (di qui anche il titolo dello studio che parla addirittura di "invenzione"). Ma non siamo solo di fronte a letterati e artisti, anzi, tutt'altro, e "si ha la netta impressione che l'autorialità si manifesti e prenda forza non solo e non tanto attraverso i creatori di capolavori letterari e di fantasia, quanto attraverso le opere connesse all'universo delle professioni e dei mestieri, che sono anche la maggioranza". Molto più interessanti sono i casi di matematici, musici, agrimensori, maestri calligrafi, medici che trafficavano con le erbe o ragionieri. Il riconoscere a questi soggetti dei privilegi nella stampa delle loro opere di ingegno fece sì che la moderna concezione di autore si formasse e rafforzasse. Tutto ciò rappresenta un altro determinante tassello della costruzione dello statuto e del diritto d'autore, un tassello che merita la giusta attenzione che il libro di Sabrina Minuzzi finalmente riserva. Quanto descritto nel libro accadeva in un contesto che, analizzato da un punto di vista primariamente sociale ed economico, si apriva in modo straordinario e inedito all'invenzione all'incentivazione della "novità" e "utilità". Per forza di cose in questo scenario la stampa gioca un ruolo preminente. Scrive Minuzzi alla fine della nota introduttiva:
Fu così che a Venezia prima che altrove si creò il clima più favorevole alla nascita dell'autore, il quale prese corpo e si affermò grazie alle proprie invenzioni, materiali e immateriali. Nel Settecento vennero formalizzati la sua esistenza e i suoi diritti. Poi, con la rivoluzione romantica dell'io, l'autore somigliò sempre più a un'invenzione. Ma questa è un'altra storia.Il libro di Sabrina Minuzzi si inserisce nella collana "Albrizziana" dell'editore Marsilio, una serie di pubblicazioni che consta ormai di diversi titoli. Tutti questi costituiscono un bel passaggio per ragionare con più cognizioni attorno a temi di editoria, stampa e autorialità (si prenda ad esempio il volume di prefazioni e dediche di Aldo Manuzio La voce dell'editore). I titoli di "Albrizziana" si possono scorrere a questo link. Messi tutti in fila creano un riverbero profondo con le tante discussioni che riguardano la triangolazione di cui parlavamo sopra, quella ancora così centrale tra autore-titolo-editore. Naturalmente su questo panorama si affacciano nuovi percorsi, come quello del self-publishing. Ma anche questa è un'altra storia, anche se potrebbe essere inquadrata come un'evoluzione delle storie di cui abbiamo sin qui parlato. Se Amazon continuerà la crescita di cui è protagonista, probabilmente ne sentiremo sempre più parlare. E, anche qui, lo sfondo su cui si installa un possibile ragionamento è ancora una volta e prima di tutto economico e sociale.
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