giovedì 1 febbraio 2018

Poesie inedite di Gabriele Xella




"al cor gentil ratto s'apprende" è il titolo dello spazio che Librobreve dedica alle poesie inedite. Qui si ospitano testi che probabilmente andranno a costruire nuovi libri di poesia. Si propone come rubrica di solo testo, priva di foto glamour degli autori. L'unica immagine rimarrà quella del ratto qui sopra, identificativa di ogni post, un portafortuna che dedico agli ospiti. La pubblicazione avviene su invito e pertanto non ha senso inviare i propri testi all'autore del blog se non vi è stato prima un dialogo e accordo tra Alberto e chi ha scritto le poesie. Non ho previsto commenti o preamboli ai testi. I lettori invece possono commentare. 

Poesie da silloge inedita 
Regina immagine/Principe libertà di Gabriele Xella (Imola, 1974).
 




Un trio per archi melodicamente su una distesa di limoneti.
Attraversano i grandi margini bianchi della poesia.
Ogni cosa è oggetto e attraverso la sensazione che esso disvela, diviene sentimento.
Per quanto tempo ancora si dovrà piangere, urlare, agitarsi prima che le immagini dei petali dell’amore diventino libertà?


                                                                     Enfant



La camera degli incantesimi posa lieve sulle campane di vetro
Un bambino guarda allungandosi su una vetrina di Rue Charlot
Discioglie l'arcano come una disciplina.
Considera il dono di avere sofferenza luminosa e guidami verso i ventagli
Mondo in un bacio tra il vento e le ciglia della fiammiferaia
Jeanne e Amedeo intrecciati come apparizione bellissima
Toccando il corpo delle muse
Nella ramatura dei pesci diventano visibili
Si rivelano


                              
                                            Diventando visibile



Principe dell’aria ti vedo venir a me incontro
Le figlie dei tuoi occhi stanchi
Tu che rendi l’aderenza della fede
Tu che mi doni la carezza nel sacro deserto
Il prezioso rosario del perdono aggrappato alla fibrilla del desiderio
Abbracciali come pendenti sotto le tue braccia di noce trasparente
Se io vivo è per toccare questo fiore che deponi che batte nel canto dei vetrai.

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