Per la sua stessa natura interstiziale, frammentaria e pervasiva e per l'arco temporale amplissimo che raduna, Kronos fa coppia in realtà con l'intera opera letteraria di Gombrowicz. È infatti il suo grande libro non letterario, da non confondere con i Diari già pubblicati da Feltrinelli che, come ricordato sopra, a dispetto del titolo costituiscono opera letteraria scientemente "preparata". Kronos è composto in tre sezioni che toccano Polonia, Argentina e Europa e rispettivamente gli intervalli temporali degli anni Venti-Trenta, dal 1939 al 1963 (ovvero la lunga parentesi argentina) e gli ultimi sei anni di vita. Viene subito da domandarsi: hanno senso i diari per un lettore? All'interno della produzione di un autore che posto spetta loro? Quando è il momento giusto per pubblicarli? Sono interrogativi che riguardano noi, ma anche gli eredi, i soggetti che almeno in un primo momento hanno davvero in mano l'eredità letteraria di uno scrittore (tema tutt'altro che secondario). E un lettore come si avvicina a una scrittura che dovrebbe essere privata e che invece spesso non lo è, diventa altro, diventa pubblica, diventa persino parte fondamentale del corpo d'opera di un autore (pensiamo ai diari di Gide o a quello interessantissimo di Guido Morselli). Ecco, Gombrowicz teneva moltissimo al proprio diario privato, alla cartella "Kronos", tanto da avvertire la moglie di trarla in salvo "in caso di incendio" come la cosa più importante.
Questo Kronos libro è un libro di completamento allora, non di complemento, ed è dedicato a chi ha già apprezzato i libri dello scrittore stroncato da Pasolini dalle colonne de "Il Tempo" nel 1972 (così scriveva PPP, che qualche libro brutto o "sbagliato" l'ha fatto: "La figura dell’autore che ne viene fuori e quella di un uomo sbagliato, non solo poco colto, ma anche poco intelligente: una specie di sgraziato buffone senza corte che crede sia difficile capire la verità e soprattutto che sia obbligatorio dirla, che l’inopportunità possa essere programmata, che la sgradevolezza sia un elemento del genio e che ghignare sia segno di superiorità"). Questo diario privato assomiglia spesso a una lista, non è immune al fascino per la numerologia e le date. Gombrowicz nel diario privato e segreto si rifiuta di accettare subito di essere polvere, pone una minuscola, flebile resistenza a Kronos. E il modo migliore per saggiare i diari, che non sono tutti uguali, non sono tutti parimenti interessanti, non sono tutti meritevoli di pubblicazione, è prenderne a caso qualche pagina oppure leggerli in modo discontinuo, come un livre de chevet per qualche tempo, a maggior ragione quando la mole del volume è notevole. Gombrowicz stesso era appassionato lettore di diari, si era interrogato su questi, a partire dalla frequentazione con il Journal di André Gide. E poco importa che i diari siano in genere sempre falsati, abbelliti, diminuiti o aumentati perché restano comunque una "tana" della vita altrui e assomigliano a un "brodo con il sapore della realtà". Solo un avvertimento, e lo dà la moglie: "Si può leggere il Diario senza Kronos, ma non viceversa".
Il vero regesto estemporaneo, con tanti materiali grezzi e senza filtri, pieno di appunti spesso disordinati, cenni a incontri e altre registrazioni del quotidiano è quindi questo Kronos ora disponibile in italiano. Un fatto interessante è pensare che Gombrowicz nel fascicolo "Kronos" si spinga fino al 1922, anche se ne ha iniziato la stesura solamente trent'anni dopo, come abbiamo visto: come lavora la memoria in quel lasso grande di tempo, per di più in un diario che, nella sua parte iniziale, si presenta come "diario retrospettivo"? Per dare un'idea di cosa si può leggere in Kronos, ecco un passo del 1951 dove si cita Miłosz, che nella grande diversità, fu interlocutore di Gombrowicz e contribuì alla sua conoscenza con un profilo a lui dedicato all'interno del libro che scrisse sulla storia della letteratura polacca:
XII
Articolo di Miłosz in Kultura su Contro i poeti, molto lusinghiero.
Questione della vendita della banca, molto preoccupante.
I Nowiński partono per Mar del Plata – silenzio in banca.
Comincio a scrivere il romanzo Cosmo.
Capodanno dai Grodzicki.
Salute: L’eczema sulla testa si fa gradualmente meno fastidioso. Nella seconda metà dell’anno i denti (2 si guastano alla radice, un ascesso). A parte questo, notevole miglioramento dell’intestino e del fegato. Letteratura: nella seconda meta notevole aumento di prestigio tra i polacchi. Ma non faccio nulla (qualche schizzo di un testo di teatro). Lavoro: in banca non faccio praticamente nulla. Noia. Finanze: male a causa della svalutazione. Sueldos extra. Erot. – molto poco, [manoscritto illeggibile] i denti mi hanno fatto male. Avvenimenti principali: soggiorno dei Rodziński [manoscritto illeggibile] Trans-A. [manoscritto illeggibile].
Se i Diari sono un esempio unico nel panorama del Novecento di autocreazionismo in letteratura, Kronos presenta le pagine dove il combattimento contro la propria scorza si fa meno teso, più franco. La polpa si fa più molle. Eppure arrivano entrambi dalla stessa penna, quella che ha provato a dire con coraggio il bailamme incomprensibile di un secolo sfibrato e sfibrante, che ha mostrato come sia possibile sottrarre la letteratura ai tanti servilismi cui spesso si presta e che in Cosmo ha creato un romanzo che finalmente nasce durante la stessa scrittura.
La prima recensione onesta di quest'opera cche leggo. pasolini un povero demente, qui mi ricorda calvino che ridicolizzava Pavese, che era un gigante al confronto. Tristezza.
RispondiEliminaCredo Pasolini abbia scritto cose diverse, più o meno interessanti. "Lettere luterane" ad esempio mi pare interessante, "Ragazzi di vita" o "Una vita violenta" o anche parte della scrittura poetica proprio no (o molto meno). Grazie dei suoi commenti
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