Grazie alla collaborazione con gli autori, pubblico di seguito una poesia da ciascuna delle quattro nuove uscite della collana Gialla di Pordenonelegge/Lietocolle.
*
da Persona presente con passato imperfetto di Gian Maria Annovi
io non lo so se esistono le cose
che non sia un’invenzione
(la tua)
per obbligarmi ancora ad esistere:
lo vedo
nelle errate previsioni della meteo
e nelle imprecisioni dell’oroscopo
che quando ti guardo nella bocca
ti leggo inciso sopra i denti
Nota dell’autore
Questa raccolta presenta testi che è ormai lecito considerare dispersi, quanto disperso è forse da tempo anche il loro autore. La persona che un tempo li aveva concepiti, infatti, seppur presente, oggi non esiste più. Il nucleo principale di Persona presente con passato imperfetto è un oggetto mutilo, che il pudore avrebbe forse preservato dallo sguardo altrui. Si tratta della raccolta intitolata Secondo persona, cui accennavo già nella nota di accompagnamento a Terza persona cortese, la serie che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto chiudere quel volume. Da quanto rimasto ho in seguito chirurgicamente estratto, con qualche inedita aggiunta, le poesie che compongono Kamikaze e altre persone. La storia che racconta Persona presente con passato imperfetto non può dunque che essere puramente testuale. Questo libro è un registro dalle pagine strappare di ciò che è stata e in buona misura non potrà più essere la mia poesia. In parte perché sono ormai altre le sollecitazioni cui mi sottopone il presente, ma anche perché quel libro fantasma si concludeva con il suicidio/omicidio pronominale di Terza persona cortese, alla cui definitiva perentorietà non mi sono più sottratto, salvo pochi episodi regressivi qui appunto documentati. Al corpo principale di quel libro fantasma ho aggiunto, senza punti di sutura, anche altre brevi serie poetiche che non hanno trovato spazio d’articolazione nel disegno di una nuova raccolta che attende faticosamente un futuro. Ringrazio Roberto Cescon per la dedizione e generosità che hanno portato alla pubblicazione di questo libro, e Gian Mario Villalta per averne interpretato le ragioni con acuta sensibilità.
*
da Misura di Bernardo De Luca
Muoversi sposta l'orizzonte, c'è
altro oltre l'accumulo di questi
resti di cemento. Lei suggerisce
di spostarsi, tu preferisci rimanere
perché stare fermo t'illude di
proteggere quelli che dormono.
Sospetti che abbia ragione, che
il movimento sia il resto che rimane.
*
da In tutte le direzioni di Laura Di Corcia
Italiani a New York
Non capivamo le geometrie del mare.
Lo guardavamo in silenzio contando le onde
pregando per ogni navigante.
Arrivammo in una terra
che aveva dimenticato
l’odore delle arance.
Ma eravamo soli, soli contro un mondo
di colline e alberi scuri
appiccicati e muti contro i grattacieli di cristallo.
Come in sogno ci sciogliemmo in una terra nuova
dove le “t” diventavano “th”
le praterie erano più grandi del mare.
Rimpiangevamo le onde.
Il cielo dagli abbaini
sembrava porzionato.
L’amore era un lontano ricordo
fuori gli elementi continuavano a fondersi
noi eravamo pezzi che non combaciano.
*
da La terra originale di Eleonora Rimolo
Sul delta della tua mano dove il sole
è malato, fiorito cadavere, in punta di piedi
ti chiedo come perdutamente aggiungi
amore alla sottrazione, perché non inchiodi
la penna alla cornice mentre inghiottiti
dai dubbi pensiamo alla fatica come
condanna e la sfinge pretende una soluzione,
uno sforzo che mai si cheta
e ci divide, strappando dal tuo occhio
con morsi insaziati il vizio di brillare.
Nessun commento:
Posta un commento