sabato 12 maggio 2012

da "Polso teso", di Nelo Risi


Una poesia da #5
Riletture di classici o quasi classici (dentro o fuori catalogo) #8

I grandi poeti finiscono spesso per diventare difficilmente reperibili o addirittura escono dai cataloghi. Per fortuna esistono ancora le biblioteche (anche se il loro statuto credo debba per forza essere messo in discussione nei prossimi anni), ed esistono ancora gli studi bibliografici o antiquari che dir si voglia (converrete però che fa uno strano effetto dire di aver comprato da un antiquario di libri un volume del 1973). Provate a cercare le poesie di Clemente Rebora? Fatichereste non poco. Avete visto negli ultimi anni un grande poeta come Nelo Risi nello Specchio di Mondadori. Fatichereste anche qui e già non si trova più agilmente il recente Oscar con Tutte le poesie 1953-2005. Resta poi che pubblicare un libro con tutte le poesie e ripubblicare una singola opera di un autore sono due operazioni con significati diversi, anche se materialmente rimettono in circolazione una determinata poesia.













Polso teso è un libro importante nel percorso di Risi e costituisce la seconda opera di poesia (l'esordio di Risi poeta è del 1948, con L'esperienza). La prima edizione uscì nel maggio del 1956, mentre la seconda “ampliata e riveduta”, uscì nell’agosto del 1973. Sono informazioni che ricavo dalla seconda edizione, di cui riconoscerete la copertina qui sopra (trovo una buona abitudine, oggi persa, quella di collocare anche con il mese l’uscita delle varie edizioni di una data opera). Com’è importante la nota che Risi pospone alla seconda edizione, laddove spiega nel dettaglio le differenze, le varianti rispetto alla prima edizione di questo libro nato a Parigi, e dove precisa che si tratta di “un lavoro di varianti doveroso a distanza di anni, anche se non ho voluto lasciarmi prendere troppo dal gusto del restauro. Perché mi stava a cuore mantenere intatto il piglio giovanile di Polso teso, una disponibilità alla vita e non al gioco letterario, a quella forma di energia che cerca la sua espressione andando a caccia non di effetti bene amministrati ma di comunicabilità […]”.

Montale, in un suo celebre contributo sulla poesia di Nelo Risi, ricordava in quale accezione il poeta fosse engagé, seppur “non a senso unico” (qui il poeta-critico sembra prevenire tediose paranoie potenziali: siamo nel 1966 e si tratta di un articolo per il Corriere della Sera), accenna a un “virile pessimismo esistenziale”, ritrae Risi come “uno di quei poeti che partono dallo zero, facendo tabula rasa della loro cultura; ma anche ammettendo che poeti simili esistano (il che non fu mai dimostrato, tranne il caso dello analfabetismo assoluto) Nelo Risi non rifiuta affatto la sua natura e la sua formazione di uomo colto”.


TORRIDO


Ecco l’estate
viene su a dismisura
tutto arde
fin le pietre nella notte
e le mura.
                  Io sono senza
volontà, non sono mai pronto
ma ho molto tempo davanti a me,
non mi chiedo dove va il mondo
né come andrà dopo di me.
Bastano gli altri
che muoiono ogni giorno
per capire com’è.



1 commento:

  1. Ciao, è stata una bella idea questa "rubrica" UNA POESIA DA. E leggo con piacere Risi, Montale che richiama l'analfabetismo assoluto... ha fatto ragionamenti interessantissimi Montale su analfabetismo. Aspetto le prossime poesie, un saluto ai lettori, Maddalena

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