domenica 8 dicembre 2013

"L'infanzia di Gesù" secondo Coetzee

©overtures #4

Il Nobel Coetzee torna in Italia sotto Natale con un titolo molto natalizio, L'infanzia di Gesù. 250 pagine molto scorrevoli, più o meno come sempre accade con lui, pubblicate da Einaudi nella traduzione di Maria Baiocchi. In realtà questa sorta di parabola sull'immigrazione, sul vuoto vorticoso nel quale sembriamo tutti precipitati, ha ben poco dello stereotipato natalizio. E anche il titolo potrebbe trarre, almeno inizialmente, in inganno.

Stavolta torno a soffermarmi su alcuni aspetti tecnici, quali la copertina ad esempio. Anzi, partiamo con le copertine. (Mi piace notare come mutano le copertine degli stessi titoli da paese a paese o da edizione a edizione, magari nel passaggio da hardcover a paperback.) Prendete la prima della colonna accanto, oppure la seconda giocata sul gigantismo della parola "Jesus" e poi quella della Kindle edition del libro dove compare quel bambino con gli occhialoni che poi ritorna su sfondo bianco nell'edizione Einaudi (mio figlio più piccolo, 16 mesi, l'ha scambiato per suo fratello, che è solito travestirsi con mantello e occhiali e ora sta tempestando di baci la bianca sovracoperta del volume).

Già, gli occhiali. In attesa dei Google Glasses, forse è una scelta pure azzeccata. Torniamo ora per un attimo al testo presente nel sito dell'editore (il corsivo è mio): 


"Un uomo e un bambino sbarcano in una città misteriosa, parlano una lingua che non è la loro e non ricordano nulla delle vite precedenti. L'unica cosa che l'uomo sa è che deve prendersi cura di questo bambino eccezionale - capriccioso, dolce, capace di guardare la realtà con occhi scandalosamente nuovi - e aiutarlo a ricongiungersi con la madre. L'infanzia di Gesú è il libro piú misterioso e affascinante del premio Nobel J. M. Coetzee. Eppure è anche il racconto piú semplice di tutti: quello dell'amore di un «padre» per un «figlio» che ha la grandezza e la forza di ridefinire il mondo." Le parole "padre" e "figlio" stanno tra virgolette perché tra i due non c'è vera parentela. Si sono trovati salvi dopo un naufragio, a Novilla, e ora lui vuole aiutare il bambino a trovare sua madre, nonostante il naufragio abbia fatto smarrire tutti i documenti. La storia, nel suo procedere, ci ricorda da vicino quelle  storie che accadono in posti dai contorni non ben definiti, posti però dove accadono cose del tutto normali come la vita di carico/scarico di un porto, il gioco del tennis e del calcio, il sesso, l'intasamento di water (bellissimo quel capitolo). Si fa naturalmente il nome di Kafka da qualche parte, nei paratesti. Eppure c'è qualcosa che ci sfugge continuamente in questa che non sappiamo se definire parabola o allegoria. Coetzee fa abilmente metaletteratura raffinata quando l'uomo e il bambino sono alle prese con il Don Chisciotte e forse proprio in questa citazione sta una chiave importante per noi lettori.


Torniamo però alla copertina. Come con i film che riprendono un'opera letteraria, anche con le copertine sarebbe interessante fare un test e capire che se la nostra immaginazione di lettori ha subito contraccolpi alla visione antecedente di un'immagine che intende probabilmente rappresentare in anticipo il personaggio principale di un'opera. Se lasciamo il titolo vivere da solo con l'immagine sembra quasi che questa copertina ci proponga un inedito Gesù, travestito, in panneggi ultramoderni. Tutte queste mie circonvoluzioni partite attorno a una semplice copertina mi hanno fatto inizialmente pensare di essere un po' tocco o quantomeno esagerato. Poi ho trovato questo video girato all'Università di Città del Capo dove Coetzee, in un inglese che si riesce a seguire agilmente, parla del suo libro e di una sua idea proprio in merito alla copertina e al titolo, che naturalmente non ha trovato il favore delle prassi dell'industria editoriale. Inutile dire che ho tirato un sospiro di sollievo. Resterò tocco, ma forse non esagerato.

"I had hoped that the book would appear with a blank cover and a blank title page so that only after the last page had been read would the reader meet the title, namely The Childhood of Jesus. But in the publishing industry as it is at present that is not allowed."




2 commenti:

  1. forse l'idea di Coetzee poteva magari essere una buona trovata...

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  2. E' un romanzo che fa crescere l'ansia, e intanto ti dice "stai buona, cosa ti agiti". Adesso, poi, so anche come si pronuncia Coetzee
    http://gynepraio.com/2014/02/28/il-nientino/

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